Corone funebri di rose, bouquet e cuscini di garofani, gladioli e gigli hanno inondato la basilica reatina di Sant’Agostino già a partire dalle prime ore della mattinata odierna. Portano il messaggio non solo di profondo cordoglio per l’avvenuta dipartita, nel giorno di San Giovanni Battista, del prof. Sergio Carmesini, ma anche di riguardosa vicinanza ai suoi cari, ed in particolare alla amata moglie prof.ssa Tiziana Santoprete, stretti nel dolore per la grave perdita.
Proprio oggi sarà il giorno dell’ultimo saluto (alle ore 15,30) al docente di lettere classiche che per decenni ha insegnato al “Marco Terenzio Varrone” di Rieti lasciando, con la sua smisurata passione per i classici e per la poesia, il segno profondo dell’umanesimo negli animi di intere generazioni di alunni. Alunni che imparavano sentendosi amati da un prof. che era speciale ed in grado per questo di incardinarsi nei cuori di chi aveva avuto la fortuna di incontrarlo.
E così saranno in tanti, oggi, a rendergli omaggio, proprio nella chiesa antistante il suo amato liceo ed il bar dove era solito fare le sue pause caffè (accompagnate dall’immancabile sigaretta fumante), sempre portando avanti le riflessioni sui classici latini e greci, sui filosofi antichi e sui poeti illustri della letteratura italiana e francese. E nel contempo dispensava consigli esistenziali confrontandosi con chiunque avesse l’orecchio disposto ad ascoltarlo.
Si spiega così la sovrapposizione multipla ed infinita dei messaggi sui social con cui in tantissimi hanno voluto esprimere, nero su bianco, la propria stima per Sergio. Alcuni, più di altri, hanno saputo rendere con profondità di significato il senso della straordinarietà di quest’uomo. “Oggi è la giornata diocesana per i giovani… sono i segni del destino. Il prof. Carmesini ha impegnato la sua vita per i giovani e per costruire generazioni migliori. Grazie Prof!”. “Uno dei pochi docenti per il quale valeva la pena frequentare il Liceo Classico di Rieti. Un peccato non averlo avuto come professore ma un onore averlo conosciuto”. “Un grande insegnante! Uno dei pochi davvero degni di tale nome”.
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