di: Luca Giarrusso
Dopo una latitanza di cinque anni, Marcel Petrica è stato catturato in Germania.
I fatti risalgono al 2008, quando i carabinieri del Reparto Operativo di Rieti, unitamente ai Nuclei Operativi delle Compagnie di Rieti e Cittaducale, davano inizio all’operazione denominata appunto “banda della spaccata”, per contrastare il fenomeno delle bande di romeni che commettevano razzie sul territorio. Al blitz dei militari erano riusciti a sfuggire alcuni componenti della banda, rintracciati ed arrestati nel corso degli anni, l’ultimo ancora a piede libero era rimasto Petrica, classe 1987 senza fissa dimora. Il malvivente nella notte del 14 aprile 2008 aveva preso parte al furto ai danni di un supermercato Todis a Rieti e si era poi dato alla fuga insieme ai complici, a bordo di una auto rubata. Inseguiti da una pattuglia del Radio-Mobile di Rieti, i malviventi perdevano il controllo dell’auto finendo fuori strada e proprio il Petrica, dopo aver aggredito un brigadiere, era riuscito a sfuggire all’arresto facendo perdere le sue tracce, mentre i complici venivano arrestati. Dopo anni di indagini, i carabinieri del Nucleo Operativo di Rieti hanno localizzato il fuggiasco in Germania a Flensburg. Il Tribunale di Rieti ha prontamente emesso un mandato di arresto europeo e grazie all’intermediazione di EUROPOOL l’uomo è stato tratto in arresto dalla polizia tedesca.
Si tratta dell’ennesima, palese, dimostrazione che, anche se con tempi non brevi, il lungo braccio della legge raggiunge sempre i malviventi, ma ricostruiamo tutti i passi della vicenda fin dal mese di aprile del 2008 quando i carabinieri misero fine alle scorrerie della banda composta da sei individui di nazionalità romena, tutti pluripregiudicati e domiciliati ad Ostia antica, autori di una serie di furti con scasso ai danni di numerosi esercizi commerciali, di furti e ricettazioni di autovetture, perpetrati nel territorio reatino. Tre componenti della banda vennero arrestati in flagranza di reato, due durante il furto al Mercatone Uno di Borgorose ed il terzo durante la fuga dopo il furto ai danni del Todis di Rieti. Le indagini iniziarono dal primo furto, messo a segno al Mercatone Uno di Borgorose. Da allora i furti si susseguirono nel tempo e la banda colpì all’Eurospin di Rieti in via Tancia ed a quello di Osteria Nuova, alla Todis di via Salaria e a quella di via Liberato di Benedetto. La tecnica usata dalla banda era sempre la stessa, con l’ausilio di una auto rubata sfondavano le vetrine, utilizzando martelli e trapani schiodavano la cassaforte ed in pochi minuti si davano alla figa con il bottino. Attraverso una accurata analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza degli esercizi, gli investigatori venivano in possesso di preziosi indizi i quali, incrociati con i tabulati telefonici, portavano all’identificazione dei criminali, successivamente rintracciati e arrestati nella zona dell’Infernetto nelle vicinanze della capitale. Nel corso delle perquisizioni domiciliari, i carabinieri rinvennero attrezzi da scasso e numerosa refurtiva, nonché le foto di ville isolate del reatino, sicuramente scattate dalla banda nel corso di sopralluoghi per poi perpetrare i furti. I reati loro contestati vanno dal furto, alla tentata rapina ed alla ricettazione delle auto che di volta in volta rubavano sia allo scopo di sfondare le vetrine che per darsi alla fuga. Nell’ordinanza venne contestata anche la ricettazione di sette autovetture, alcune rubate nel reatino altre ad Acilia e Fiumicino. Con l’arresto di Petrica i carabinieri hanno posto definitivamente la parola fine alle attività criminali della banda e largamente dimostrato come la giustizia italiana non dimentica i reati, neppure se commessi da criminali di altra nazionalità, senza fissa dimora
e fuggiti all’estero nella vana speranza di farla franca.
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