La mostra itinerante “Giotto in Padova” ricostuzione della capella degli Scrovegni, ha lasciato oggi la chiesa di San Francesco a Rieti, dove è stata esposta nei mesi di settembre ed ottobre. Il grande capolavoro dell’arte italiana, opera del maestro fiorentino Giotto, è volata a New York dove sarà montata nella chiesa santuario della Madonna di Pompei nel cuore del Greenwich Village a Manhattan per l’inaugurazione dell’anno giubilare il prossimo 8 dicembre. La chiesa ha le proprie origini in una cappella aperta nel 1891 dal padre scalabriniano Pietro Bandini presso la sede della neonata “Italian Sant Raphael Society”, un’ organizzazione cattolica nata per la tutela dei numerosi immigranti italiani negli Stati Uniti. Divenne presto il ritrovo anche di molti residenti nel quartiere tanto che Bandini ne ottenne la trasformazione in parrocchia già nel 1892. Nel 1923 per la costrruzione dell’Holland Tunnel, la chiesa venne demolita a favore dell’attuale, progettata dall’archittetto Matteo del Gaudio. L’architettura del nuovo edificio in stile neoclassico è dominata da un alto campanile. Ancora oggi la parrochcia è officiata dai Padri Scalabriniani ed è una delle chiese italiane più importanti degli Stati Uniti che offre messe in lingua italiana, Inglese, portoghese, spagnola e filippina. La mostra “Giotto in Padova” fino all’8 dicembre del 2016 verrà esposta, per circa due mesi , 6 diverse città. “Sono certa che questa bella iniziativa avrà più fortuna in terra americana- ha detto Rita Giovannelli, organizzatrice dell’evento in Rieti. “Nella nostra città- ha continuato l’imprenditrice turistica- la mostra non ha avuto il successo che sicuramente meritava ma noi abbiamo tratto da questo mostra una pubblicità inaspettata fuori dai confini regionali con piccoli gruppi di esperti che hanno apprezzato gli sforzi profusi. Stiamo pianificando altre iniziative per promuovere al meglio il nostro territorio ed attirare numerosi turisti a Rieti, per l’imminente anno giubilare. Colgo l’occasione per ringraziare la Prefettura nella persona del dottor Grieco ed i suoi collaboratori che hanno permesso l’utilizzo della chiesa di San Francesco, la Pia unione Sant’Antonio di Padova ed i docenti delle scuole reatine che hanno mostrato grande sensibilità nel portare gli alunni a visitare la mostra”.
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