L’attesissimo spettacolo firmato da Gabriele Lavia, I giganti della montagna di Luigi Pirandello apre la stagione teatrale del Teatro Flavio Vespasiano con 2 date: il 21 dicembre ore 21.00 e il 22 dicembre ore 17.30, realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Rieti e ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio.
Successo per la campagna abbonamenti che, per questa stagione, arriva a due turni (sia il sabato che la domenica) ancora aperta fino al 21 dicembre, mentre è già possibile acquistare i biglietti dello spettacolo sia al botteghino del Teatro che online su Ticketone.it.
Gabriele Lavia, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca… e non solo, chiude la sua personale trilogia pirandelliana con I giganti della montagna, l’ultimo dei miti, testamento artistico di Luigi Pirandello, prodotto da Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di Palermo con il contributo di Regione Sicilia, che ha ottenuto un grandissimo successo la scorsa stagione teatrale.
Una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse arriva alla villa detta La Scalogna dove vive Cotrone, uno “strano” mago che dà loro rifugio. Alla fine del II atto Pirandello scrive le ultime cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho paura, ho paura…”.
Si legge nelle note di regia di Gabriele Lavia: «Ho sempre pensato che i “ragionamenti” così “appassionati” e “freddi” dei personaggi pirandelliani non fossero che delirio, fuoco. Il suo razionale, costante, lucido rovello fosse calor bianco e la sua dialettica, lucida e distaccata, fosse proprio il ronzio di una “mosca impazzita dentro una bottiglia”. La trasparenza del vetro rende indecifrabile e incomprensibile la “trappola” dentro cui si è infilata. L’esistenza di questa piccolissima “bestia” non è altro che un inutile volo ronzante e pazzo: una vita priva di senso. “Siamo rimasti nel mistero e senza Dio”. È noto che Pirandello, giovane studente all’Università di Bonn, alle domande preliminari per l’ammissione, una delle quali era quale fosse la religione professata, rispose: “Ateo”. Il segretario che redigeva la piccola inchiesta sollevò lo sguardo per qualche secondo. Il giovane Pirandello scrisse, poi, alla sorella: “A Bonn, ogni due abitanti, tre sono bigotti.” Il “mistero senza Dio”, la bottiglia invisibile che intrappola la Mosca Uomo, è l’“oltre”.
L’ “oltre” è qualcosa che non può essere colto, ma che ci coglie. Tutta l’opera di Pirandello ruota intorno a questo “mistero” e si protende verso il mistero dell’“oltre”, trappola trasparente, invisibile, ineludibile, incomprensibile dell’uomo. La trappola è una famosa novella, appunto, di Luigi Pirandello.
L’irrazionale, l’onirico, il misterioso, il teosofico, lo spiritico, proteso (nel suo modo di ateo) al divino, ma in senso “greco”, sono presenti nella sua opera. E sono la “bottiglia” dentro cui “ronza”, fino a estenuarsi, il suo delirante racconto poetico dell’uomo intrappolato.
La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili, determinate dentro e fuori di noi, perché noi siamo già forme fissate e la coscienza è una momentanea costruzione di finzioni psichiche oltre le quali c’è un’altra realtà che per noi è inconoscibile: schiavi come siamo della “bestia” che è in noi.
L’ “Umorismo”, che il “grande” lo fa “piccolo” (l’uomo è una mosca, la vita è una bottiglia) è, per definizione, quel “sentimento del contrario” che serve per rovesciare e scardinare tutte le certezze e talora infrangere la bottiglia-trappola e trovarsi… “oltre”; magari con “la testa rotta”, ma… “oltre”.
I giganti della montagna è certamente il punto più “alto” di quell’ “oltre”. Oltre l’esistenza sconciata della vita-trappola.
Nella Villa La Scalogna, il cui padrone, non a caso, è il Mago-Cotrone-Pirandello, accadono le magie dell’Arte: straordinari prodigi che non hanno bisogno di mezzi materiali per accadere. Accadono e basta. E “vanno accolti”. Questi eventi sono possibili solo nel mondo dell’“oltre”, della fantasia, della sovra-realtà, ai confini della coscienza, ai margini dell’esistenza, dove finiscono quel gruppo di attori sperduti e disperati (perché senza più un Teatro dove recitare), goffi sacerdoti di un’arte delusa, infelice, incompresa, impoverita com’è diventato il Teatro.
“Tempo e luogo (dice la didascalia) indeterminati, tra la favola e la realtà”.
Ed è in questo “luogo sospeso” in questo “tempo non misurato… che il Teatro può accadere… nella “finita infinità” che è la solitudine dell’ “anima sola con se stessa”.
Noi sappiamo che Pirandello “sapeva con certezza” di dover morire mentre scriveva i Giganti, il cui titolo iniziale doveva essere I fantasmi.
Al medico che lo visitava aveva domandato, un po’ irritato, (lo era sempre quando non stava bene): “Dottore mi vuol dire che è questo?”. E il dottore gli aveva risposto: “Professore… lei non deve aver paura delle parole…. questo è… morire.” Pirandello, che stava scrivendo una nuova sceneggiatura del Mattia Pascal, la mette da parte e scrive i Giganti di cui aveva già alcune scene del primo atto. Alla fine del secondo atto scrive le ultime cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho paura, ho paura…” È proprio quell’ “Io…” che mi fa pensare che Pirandello sapesse, e con paura, che non avrebbe mai scritto il terzo atto, lasciando I giganti della montagna meravigliosamente compiuti nella perfetta incompiutezza umana.
Abbonamenti: Intero € 75,00 • Ridotto € 65,00
La sottoscrizione dei nuovi abbonamenti può essere effettuato dal 2 al 21 dicembre 2019.
Orari del botteghino del Teatro dal 21 novembre al 21 dicembre 2019:
lunedì – mercoledì – venerdì: 16.00 – 20.00
martedì – giovedì: 10.00 – 13.00
sabato: 10.00 – 13.00 | 16.00 – 20.00
Biglietti: Intero € 25,00 + 2,50 di prev • Ridotto € 20,00 + 2,00 di prev
I biglietti saranno in vendita nei giorni di spettacolo presso il botteghino del Teatro con i seguenti orari:
sabato: 10.00 – 13.00 | 16.00 – 21.00
domenica: 10.00 – 13.00 | 15.00 – 17.30
I biglietti dello spettacolo I giganti della montagna sono in vendita sia al botteghino del Teatro che online su Ticketone.it. I biglietti degli altri spettacoli saranno in vendita online su Ticketone.it dopo il 22 dicembre e al botteghino del Teatro secondo calendario.
Teatro Flavio Vespasiano
Via Giuseppe Garibaldi 263 – Rieti
Tel. Ufficio 0746.200134 | Tel. Botteghino 0746.271335
e-mail: teatro@comune.rieti.it
www.comune.rieti.it
0 commenti